Alcune persone sono diverse, alcune persone sono semplicemente più avanti delle altre.
I loro pensieri corrono, semplici, veloci senza una traiettoria precisa. Il seme di queste persone crea e fa crescere quello che noi chiamiamo innovazione e progresso.
Il loro genio plasma la Storia.
Non hanno quasi mai tempo, ma quando si fermano, anche per un solo istante, a guardare il mondo che li circonda hanno problemi a sopportare e capire tutta quella gente che corre in un perpetuo, insensato e rassicurante circolo senza mai chiedersi un solo perché.
Alan Turing era fuori dal cerchio. Intolleranza e ignoranza fecero il ruolo del boia.
Morì suicida a quasi 42 anni.
“E trovo un pò buffo
e trovo un pò triste
che i sogni in cui muoio
sono i più belli che abbia mai fatto
E trovo difficile da dirti
E trovo difficile da sopportare
quando la gente corre in circolo
E’ davvero
Un mondo folle”
[Mad World, Tears for Fears – 1982]
Esattamente 66 anni fa moriva suicida Alan Turing.
Molti lo conosceranno per il film (the Imitation Game) in cui viene mostrato il suo lavoro di decriptazione dei messaggi in codice tedeschi durante la seconda guerra mondiale, altri lo conosceranno invece come uno dei padri fondatori dell’informatica moderna.
Grazie al suo lavoro alla macchina di Turing, oggi tutti noi possediamo un computer.
Sempre grazie a lui nasce il concetto di intelligenza artificiale, che parte da un test ( il test di Turing, per l’appunto) il quale permette di determinare se una macchina è in grado di pensare.
Morì suicida a “causa” della sua omosessualità poiché all’epoca, in Inghilterra, essere omosessuali era illegale.