Piccola storia d’Italia. Da Berlinguer a Batman.

Quando ero piccolo mi raccontavano di grandi uomini che avevano fatto la storia di questo paese, mi raccontavano di Aldo Moro, di Berlinguer e Sandro Pertini.

Crescendo ricordo che in politica c’erano Occhetto, Andreotti, Craxi…

Poi una Repubblica finì e ne nacque una seconda.

In quegli anni iniziavo a credere nella politica, a diventare attivo, ad avere un pensiero, una linea. Litigavo con i miei amici, prendevo posizione, sbagliavo, ci ripensavo e magari sbagliavo di nuovo, ma ci credevo.

Ad un certo punto successe che due grandi uomini terminarono la loro lotta, il loro impegno per questo paese e la loro passione si spense. Finirono sepolti da una coperta di tritolo.

Oscurità.

Improvvisamente non si fece più politica, qualcuno scese semplicemente in campo.

Tutto diventò più strano e io ci credevo un po’ meno. Per un attimo, ma solo per un attimo, sembrò arrivare una ventata di freschezza! “Yes We Can” dicevano, ma niente, ancor peggio, era un’illusione, una delusione.

Gli anni trascorsero passivamente alla dannata ricerca del meno peggio.

Il resto è storia recente: Bunga Bunga, maiali, rottamatori, indignati, Grilli parlanti, batman e tutti gli altri.

Anche la ricerca del meno peggio è ormai morta, a sua insaputa.
(Andreotti no, quello c’è ancora.)

No. Niente rimpianti.

Forse anche allora molti avevano aperto le ali senza essere capaci di volare…come dei gabbiani ipotetici.

E ora? Anche ora ci si sente come in due.

Da una parte l’uomo inserito che attraversa ossequiosamente

lo squallore della propria sopravvivenza quotidiana e dall’altra il gabbiano senza più neanche l’intenzione del volo perché ormai il sogno si è rattrappito.

Due miserie in un corpo solo.

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Una risposta a Piccola storia d’Italia. Da Berlinguer a Batman.

  1. logico ha detto:

    L’eterna lotta tra due processi dentro di noi: la voglia di sperare e progettare da una parte, la saggezza, la disillusione forse il cinismo che cresce con l’età dall’altra parte. Più che un gabbiano che vola, noi dovremmo essere più prosaicamente un bovino: cammina piano, ha due stomaci, mi piace pensare ad uno stomaco (meglio un cervello?) per i sogni, le speranze, i progetti, un’altro per la concretezza, il realismo,il disincanto…. Insieme fanno un animale che non piace sicuramente alle Minetti ed ai Taricone, alle curve sud ed ai black blocks, non fa sognare le ragazzine su facebook, ma va avanti sempre, piano, hai visto mai che sia meglio dei cavalli o dei leoni delle pubblicità…

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