In questi giorni sta succedendo di tutto, l’immondizia a Napoli è ridiventata di moda, i candidati a sindaco di Milano si sputano a vicenda, Berlusconi vuole avere più poteri perchè vuol diventare Hulk o Jeeg Robot d’Acciaio e intanto crede di far calare l’attenzione sui prossimi referendum abrogativi 2011.
Il Governo ha cercato di non far passare gli spot informativi ne’ in Rai ne’ a Mediaset. Negli ultimi giorni dopo alcuni rimproveri di Napolitano alle 4 di notte qualcosa è andato in onda, ma oltre il disagio dell’orario c’è da dire che lo spot era anche (volutamente) confusionario.
… allora, ricapitoliamo il tutto:
Il referendum passa se viene raggiunto il quorum.
E’ necessario che vadano a votare almeno 25 milioni di persone.
Si vota il 12 e 13 giugno e ricordiamo che il referendum è uno strumento democratico di esercizio della sovranità popolare, sancita all’art. 1 della Costituzione della Repubblica Italiana.
Servono 4 SI per dire NO.
Gli argomenti principali sono:
ACQUA – NUCLEARE – LEGITTIMO IMPEDIMENTO
Servono due SI ai primi due quesiti per non privatizzare l’acqua a favore di multinazionali e imprenditori, un SI per fermare il nucleare e la costruzione di un bel po’ di centrali in Italia (10 MOTIVI PER ESSERE ANTINUCLEARE) e un altro bel SI per far abrogare il legittimo impedimento voluto da Berlusconi e dal suo governo per non essere giudicato nei processi dove è imputato (in contrasto col principio di uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge sancito dalla costituzione italiana).
I quattro quesiti ufficiali
a) referendum popolare n. 1
Modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici di rilevanza economica. Abrogazione;- b) referendum popolare n. 2
Determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all’adeguata remunerazione del capitale investito. Abrogazione parziale di norma; - c) referendum popolare n. 3
Nuove centrali per la produzione di energia nucleare. Abrogazione parziale di norme; - d) referendum popolare n. 4
Abrogazione di norme della legge 7 aprile 2010, n. 51, in materia di legittimo impedimento del Presidente del Consiglio dei Ministri e dei Ministri a comparire in udienza penale, quale risultante a seguito della sentenza n. 23 del 2011 della Corte Costituzionale.