Quando penso che questo paese abbia raggiunto il fondo, quando penso che il limite sia stato ampiamente raggiunto e che tutto sia pronto per una spallata democratica a questo sistema fatto di sottocultura e demenza senile ecco che puntualmente vengo smentito… il peggio c’è e mi lascia sempre a bocca aperta.
Non parlo di quei signori chiusi da un paio di giorno in parlamento che, tra un cruciverba e una partita con l’i-pad, stanno facendo di tutto per bloccare l’ennesimo processo al povero “incensurato” Berlusconi incuranti degli altri 15000 processi che la loro legge bloccherà…
No, parlo della crociata che la grande storica e regina della cultura Gabriella Carlucci (insieme alla scudiera MariaStar Gelmini) ha deciso di intraprendere contro i libri di scuola.
La scuola pubblica infatti “inculcherebbe” valori contrari a quelli auspicabili e quindi la questione sarà discussa e considerata nel modo giusto.
Gabriella Carlucci nella proposta rincara la dose: “Può la scuola di Stato, quella che paghiamo con i nostri soldi, trasformarsi in una fabbrica di pensiero partigiano?”. Perché il problema è che, con infinita capacità di coordinamento, negli ultimi anni gli editori scolastici hanno ordito una battaglia ossessiva e sleale “osannando l’attuale schieramento di sinistra.”
Ma la questione alla fine è sempre una… la descrizione del grande B. che nella parte di storia contemporanea non è gradita ai grandi storici e statisti del nostro governo.
In ogni caso questi sono i grandissimi orrori “comunisti” indicati nei libri di scuola che facciamo leggere ai nostri ragazzi:
Dal 1948 «l’attuazione della Costituzione sarebbe diventato uno degli obiettivi dell’azione politica delle forze di sinistra e democratiche». (Da «Storia», volume III, di De Bernardi-Guarracino, edito da Bruno Mondadori.)
Palmiro Togliatti, «un uomo politico intelligente, duttile e capace di ampie visioni generali»;
Enrico Berlinguer, «un uomo di profonda onestà morale e intellettuale, misurato e alieno alla retorica»;
Alcide De Gasperi, «uno statista formatosi nel clima della tradizione politica cattolica». (Da «La storia» di Della Peruta-Chittolini-Capra, edito da Le Monnier.)
Questi sono, solo per citarne i “più gravi”, gli orrori storici che gli studenti leggerebbero venendo irrimediabilmente plagiati!
Io non so più cosa pensare, tutto questo succedeva solo nei regimi totalitari del secolo scorso e per citare un regime a caso in quello fascista quando fitti di sistemi di censura (e di autocensura poi, quando gli autori per poter scrivere pensavano con la testa dei potenti) e punizioni regolavano la stampa e i libri…
Che bel paese.